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La chiesa

La Chiesa del Piratello è formata da una pianta di base rettangolare, in stile Rinascimentale, dell’ampiezza di circa 250 mq. La volta della Basilica è retta nel mezzo da due grandi pilastri dorici e si divide in cinque scompartimenti.

Al centro dell’Altare Maggiore si staglia la splendida immagine della Madonna del Piratello, opera finissima di autore ignoto del secolo XV. Si tratta di un affresco (42 per 32 cm.), cerchiato di ferro, racchiuso in una custodia di legno aperta frontalmente. Il supporto della pittura è costituito da un frammento di laterizio (forse la parte piatta di una tegola romana) su cui fu steso, come base preparatoria per la pittura, uno strato di calce.

Il Santuario racconta i suoi oltre cinquecento anni di storia tramite i suoi tanti piccoli gioielli architettonici e decorativi che, nell’insieme, esaltano la purezza e la semplicità delle opere create nel corso dei secoli sotto la forte spinta della fede. Tra questi è doveroso ricordare, il paliotto dell’Altare maggiore opera del romano Pietro Quatroli (1882), le tele raffiguranti i quattro Evangelisti opera della scuola del Guercino ( e attualmente conservate nel Museo della Basilica) e la splendida tela che raffigura l’Immacolata Concezione di Maria, opera realizzata da Antonio Crespi nel 1756.
Le pareti dell’edificio sono quasi interamente decorate da Luigi Samoggia.

Il cimitero

Nel 1817 il Municipio di Imola deliberò che il Camposanto fosse collocato sul terreno detto Fratina accanto al Santuario. I lavori iniziarono nel 1820 e il 29 ottobre 1821, il Cardinale Antonio Rusconi, benedì l’opera terminata.
All’interno del Chiostro del Convento del Piratello vennero sepolte alcune famiglie gentilizie Imolesi; lo scenario costituito dalla scultura dell’arte funeraria dell’800, ne fa un piccolo Cimitero Monumentale.

Tra i tanti personaggi illustri sepolti si ricorda Andrea Costa ( l’apostolo del Socialismo) con la bella epigrafe che il poeta Giovanni Pascoli gli ha dedicato.

Il campanile

Il bel cortile esterno del Santuario trova il suo apice nel Campanile alto, maestoso ed elegante.
Dotato di ampi finestroni binati, fu costruito parte prima del 1500 con la primitiva Chiesa e parte nella prima metà del 1500. Le due campane, fuse in loco da Vincenzo Paroloro, utilizzando stagno e rottami di altri metalli acquistati dai frati francescani del Piratello, furono issate sul campanile il 7 Marzo 1492.
Nel 1875, poi, per realizzare le nuove campane (le sei attuali), le due antiche, gloriose e storiche campane ed una terza che era stata aggiunta in epoca più tarda, vennero fuse per riutilizzare il materiale.
Il Campanile, attualmente alto 35 metri, dotato di una pregevole cella campanaria, è reso agibile da una scala in legno.

Il Coro e l’organo

Dietro l’Altare Maggiore della Basilica, in uno spazio unito e riservato insieme si trova, come è tradizione soprattutto nelle Chiese Francescane, il Coro: tutto in legno antico, lavorato appena nelle linee essenziali, risalta per la sua austera bellezza. Sopra il Coro, l’Organo di ottima fattura e di buona qualità di timbro sonoro, posto su una piccola Cantoria, costruita da Francesco Sgargi da Minerbio, tra il 1752 e il 1753.

Il Refettorio del Convento

L’Attuale Refettorio del Convento risale alla seconda metà del ?700 e fu terminato di realizzare nel 1778, anno in cui il pittore forlivese Giovanni Moretti ??dà la vernice a noce agli schienali, sedili, armadi, bussola e ornati del refettorio??. Purtroppo non si sono conservati i tavoli originali del Refettorio antico.

Alla fine del XVIII secolo il pittore imolese Giuseppe Righini realizza i quattro Ovali e il dipinto tra le due finestre, Quest’ultimo rappresenta l’ultima cena, un tema piuttosto comune nei refettori religiosi, mentre nei Medaglioni sono raffigurati S. Francesco fra le spine, S. Margherita da Cortona, S. Rosa da Viterbo e S. Rocco.

Sulla parete opposta a quella delle finestre, una targa ricorda la visita del Pontefice Pio IX al Santuario della Beata Vergine del Piratello: era il 9 giugno 1857. Dopo aver celebrato la S. Messa, il Papa consumò il pasto con i frati nel Refettorio del Convento.

Codici miniati

Numerosi sono i codici miniati conservati all’interno del Museo, La sezione contiene libri di canti e Breviari di varia dimensione e fattura.